Non trascurate i disabili

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Vito Macciocca, Nicola Panzini, Tommaso Lorenzini.

Il 18 MAGGIO ORE 17:00 PIAZZA 20SETTEMBRE. (CONDIVIDETE)
SIAMO TUTTI INVITATI PER DIRE NO ALLA RIAPERTURA DELLA DISCARICA MARTUCCI!!
FACCIAMOLO PER LORO

CHIUDERE MARTUCCI! ORA ... - Mola Libera - Giornale indipendente Facebook

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CHIUDERE MARTUCCI! ORA, SUBITO, ADESSO!

CHIUDERE MARTUCCI! ORA ... - Mola Libera - Giornale indipendente Facebook

MOBILITAZIONE POPOLARE PER CHIUDERE LA DISCARICA DEI VELENI
CHIUDERE OGNI ATTIVITA’ DI TRATTAMENTO RIFIUTI A MARTUCCI!!!
L’APPELLO DEI CITTADINI MOLESI AL SINDACO DI MOLA: AGISCA IMMEDIATAMENTE VERSO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA E LE ALTRE AUTORITA’ CON LE SEGUENTI RICHIESTE:
Noi cittadini di Mola di Bari, accogliamo l’appello di Mola Libera – Giornale indipendente inviato a Lei, agli altri Sindaci dell’Area Vasta Martucci (Mola, Conversano, Rutigliano, Polignano), alle Commissioni consiliari speciali, agli Assessori all’Ambiente, ai Consiglieri comunali tutti, affinché Lei, Giuseppe Colonna, Sindaco di Mola di Bari si adoperi con urgenza e concretezza per chiedere al Presidente della Regione Puglia, all’Assessora Regionale all’Ambiente, al Sindaco Metropolitano, alle Direzioni AGER e ARPA, ognuno per la propria parte, le seguenti immediate decisioni:
1) Diniego al rilascio dell’Autorizzazione Ambientale per le vasche di discarica del Lotto 2.
2) Revoca contrattuale anticipata per “pubblico interesse” della concessione all’azienda che gestisce Martucci, così da chiudere ogni attività entro e non oltre il 2025.
3) Individuazione del sito alternativo a Martucci all’interno del territorio della ex provincia di Bari, sotto la responsabilità del Sindaco Metropolitano: abbiamo già dato per 40 anni, ora basta!
4) Cessazione di tutte le funzionalità dell’impianto complesso di Martucci, compresa quella della discarica di servizio-soccorso, entro il 2025. Pertanto, in base alle disposizioni del Piano Regionale rifiuti, AMIU Bari sia l’unico impianto complesso dell’Area Metropolitana, entro la stessa data, comprensivo di propria e annessa discarica di servizio-soccorso, quale sito alternativo a Martucci.
5) Piena attuazione delle “misure di prevenzione” sul Lotto 3, con estrazione continua del percolato, e relazione conclusiva da consegnare all’Autorità Giudiziaria sulla dispersione in falda di decine di milioni di litri del liquido cancerogeno.
6) Messa in sicurezza permanente, bonifica e ripristino ambientale dei Lotti 1, 2 e 3 che continuano a produrre grave inquinamento della falda, oggi privi di adeguate protezioni.
7) Studio epidemiologico immediato sul grave rischio sanitario della popolazione dell’Area Vasta, in particolare di quella molese, esposta a malattie gravi e oncologiche che colpiscono anche i nostri bambini.
Nel mettere il “Mi piace” a questo post, NOI cittadini di Mola di Bari aderiamo alle sette richieste con il contestuale appello al Sindaco di Mola di Bari.
In fede.
Mola di Bari, 21 aprile 2024
I cittadini sottoscrittori, con profilo Facebook identificabile, ovvero indicando le proprie generalità anagrafiche nei commenti, laddove sia utilizzato un nickname

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…la destra sociale

simboli

Cos’è la Destra sociale?

La destra sociale così intesa viene comunemente classificata nell’insieme delle ideologie dette di “terza posizione” o “terza via”, alternative nelle loro forme radicali al socialismo ed al capitalismo.

Nella prima prospettiva (destra-sinistra) troviamo le posizioni in campo etico e sociale: in tutta la destra troviamo, più o meno radicali, posizioni conservatrici, patriottiche e legate alla religione, mentre a sinistra prevalgono idee progressiste, internazionaliste e una concezione dello Stato prevalentemente laica.

La Destra sociale è un’area politica che raggruppa le ideologie che coniugano i principi della Destra classica e illiberale quali: tradizione, gerarchia e organicità con la giustizia sociale intesa come solidarietà nazionale o comunitaria. Nelle sue forme moderate prevede l’intervento statale nell’economia finalizzato alla correzione del liberismo puro, esempi di questa prima tendenza sono l’Economia post-keynesiana e la Dottrina sociale della chiesa cattolica. Nel suo ramo estremo invece punta all’instaurazione di una “terza via”, alternativa sia al socialismo che al capitalismo, esempi di questa seconda tendenza sono il corporativismo e la socializzazione.

Dal punto di vista storico, la Destra sociale deve la sua nascita a due eventi centrali dell’età moderna, l’anima sociale affonda le sue radici nella nascita della società di massa con la rivoluzione industriale. Essa sradicò i popoli dalle campagne inghiottendoli nel turbine delle alienanti industrie modene, qui le masse nazionali schiacciate dalle macchine raggiunsero coscienza autonoma e creano i primi movimenti sindacali, quando il marxismo raggiunse l’egemonia in questo contesto, la sinistra non marxista si vide costretta a cercare nuove vie, allora la convergenza con i movimenti Nazionalisti e anti-comunisti sorti nelle trincee fu inevitabile, a tal proposito va ricordato il grande apporto che il sindacalismo rivoluzionario portò al sansepolcrismo.

L’anima di destra nasce invece sotto Il fuoco della Prima Guerra Mondiale che forgiò un’élite futurista e rivoluzionaria che si fuse con l’Aristocrazia intrisa di Tradizionalismo anch’essa reduce dalle Grande Guerra. Un uomo nuovo deciso a porre fine tanto al nichilismo bolscevico quanto alla borghesia che aveva provocato la decadenza da cui era sorta la Grande Guerra. Nella nascita di quest’uomo di trincea l’Arditismo fu centrale, tanto che la fiamma simbolo degli arditi diventerà anche il simbolo per antonomasia della Destra sociale. In trincea nascerà anche un senso reale di Nazionalismo, per quanto già riscontrabile nella letteratura Romantica, la trincea creerà unità in un popolo costretto a difendersi da un nemico esterno.

A San sepolcro questa élite ideale e militare, composta da nazionalisti antiliberali, sindacalisti rivoluzionari, dannunziani, arditi e tradizionalisti, forgiò un’idea comune di Nazione da incarnare, dopo l’uomo nuovo lo stato nuovo. Malgrado la costruzione ideale, nel movimento fascista rimasero in essere più anime: quella più vicina alla grande borghesia, moderata e poco disposta alle riforme, quella destinata a incarnare l’approccio sociale, quella movimentista e militare, ancorata all’approccio da rivoluzione permanente ed infine quella tradizionalista radicalmente critica riguardo alle scelte politiche adottate.

Il messaggio della corrente sociale sopravvisse per tutto il Ventennio, mantenendosi in una posizione subordinata, dovuta alle necessità belliche che non permisero l’attuazione della legislazione corporativa, ma raccogliendo consensi specialmente tra i più giovani. Sebbene subordinata, essa non fu irrilevante e raggiunse la massima centralità con la “socializzazione” delle imprese, proclamata durante la Repubblica Sociale Italiana, anche se invisa e osteggiata da Berlino.

Idee proprie della destra sociale vennero riproposta anche nella Costituzione del 1948 grazie soprattutto all’ala sociale della DC, a riprova della diffusione che esse ebbero. Centrale l’articolo 46 della Costituzione, peraltro mai concretamente attuato:

“Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.”

Dopo la fine della guerra, il Movimento Sociale Italiano ripropose i principi della Destra sociale, seppur nelle sue diverse correnti: quella più filo-borghese e filo-americana rappresentata da Michelini, quella propriamente sociale rappresentata da Pino Romualdi e poi da Rauti. La sintesi di queste due correnti fu Giorgio Almirante che trovò nel nazionalismo, nel corporativismo, nel presidenzialismo, nell’anti-regionalismo e nei richiami alla socializzazione, i temi capaci di unire le singole componenti. Operando fuori dall’arco costituzionale, centrale fu l’opposizione al sistema oggi sostituita dall’opposizione ai singoli governi.

Successivamente Alleanza Nazionale, che avrebbe dovuto portare la destra sociale nel nuovo millennio, emancipandosi da vecchi simboli ormai poco più che folkloristici, falli il suo obbiettivo trasportata da Gianfranco Fini su posizioni liberali fino ad arrivare alla disastrosa esperienza del PDL. All’interno di AN la destra sociale si auto-organizzò in una corrente specifica. Con l’uscita dal PDL la fiamma sociale torna a bruciare sulle bandiere di Fratelli d’Italia. Oggi la destra sociale è un’area politica minoritaria all’interno del centro destra e più marcatamente presente nella destra extraparlamentare e giovanile.

I principi variano molto a seconda dell’ideologia specifica, comunque possono essere cercati dei fattori comuni. In via preliminare la destra sociale prevede la conservazione degli elementi caratteristici della destra quali il valore della Nazione, la difesa della Tradizione e della identità.

Si caratterizza inoltre per una visione comunitaria, nazionalista o localista a seconda delle varie interpretazioni, importanza concessa anche alle comunità intermedie come la famiglia, le associazioni, gruppi politici, ordini professionali e di categoria.

Ognuna di queste comunità, ritiene debba essere organizzata gerarchicamente a partire da quella nazionale. La gerarchia permette l’organizzazione delle classi generando unità e spostando il nemico all’esterno, eliminando la lotta di classe in favore della lotta interclassista nazionale, aumentando inoltre l’efficienza e la forza della comunità. Senza gerarchia si cadrebbe invece nel collettivismo proprio al socialismo. Lo Stato non è, in quest’ottica, qualcosa di esterno al corpo sociale, bensì l’intero corpo nazionale che lotta per un obbiettivo comune il benessere economico e spirituale ed una visione del mondo.

Rifiuta di conseguenza l’egualitarismo in favore di una visione differenziatrice dell’uomo, differenziazione naturale e meritocratica, nella gerarchia ognuno ricoprirà il ruolo che gli compete venendo tutelato dallo stato e tendendo al miglioramento delle condizioni economiche e sociali, non prescindendo però dal ruolo medesimo, in contrasto con il relativismo marxista in cui non esiste differenziazione.

Ritiene inoltre centrali i diritti sociali quali casa e lavoro, in contrasto con la tendenza imperante nel contesto attuale, di preordinare nella discussione politica i diritti civili delle minoranze. In campo abitativo si propone l’istituzione di enti che si incarichino della costruzione, attraverso il finanziamento pubblico, di abitazioni e quartieri da vendere a prezzi agevolati a famiglie che non siano già proprietarie di una casa ed una massiccia edilizia popolare, con l’edificazione di nuove città, quartieri e valorizzando i borghi storici ed il valore della provincia attraverso il ruralismo.

In campo produttivo difende la centralità del fattore politico su quello economico rendendo necessari un governo forte e decisionista ed un ampio controllo statale nei meccanismi della moneta e dell’economia, che va diretta ma non controllata direttamente come nel socialismo, centrale è un progetto comune, una visione politica che imponga una direzione all’economia nazionale. L’impresa è da riorganizzare in direzione di una collaborazione tra lavoratori che partecipano alla gestione e imprenditore che dirige: conseguenza immediata è la centralità della rappresentanza di categoria, il Sindacato, preferibilmente unico, allora non rinuncia alla tutela dei lavoratori e dei loro diritti, ma li protegge mediando attraverso la protezione dell’interesse aziendale, e nazionale.

Nella forma radicale della socializzazione punta al raggiungimento del socialismo assoluto e del liberalismo assoluto contemporaneamente, attraverso l’allargamento della proprietà privata attraverso la partecipazione dei lavoratori alla proprietà dei mezzi di produzione, per esempio attraverso l’azionariato popolare ed eliminando il ruolo del prestatore di capitale non amministratore. Tale proprietà privata è quindi anche pubblica in quanto ripartita – non proporzionalmente ma in ragione del ruolo – tra tutta la gerarchia nazionale. Nascerebbe così la proprietà organica.
Sul fronte politico rappresentativo ritiene centrale la partecipazione tutelando i corpi intermedi e valorizzando le forme associative. Questo permette di selezionare da vicino la propria classe dirigente, vista come rappresentanza di categorie e non come rappresentanza politica, da questo punto di vista si comprende la storica proposta missina della camera delle categorie.

AU
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Mola di Bari, 1995 LINSALATA STORY (PRIMA PARTE)

…IL CASTELLO ANGIOINO TORNA LIBERO DOPO 50 ANNI CON IL SUO SPLENDORE, MERITO DELL’IMPEGNO DELL’ASSESSORE ENZO LINSALATA…

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LA PAGINA DI GIO’ (TERZA PARTE CONTINUA)

ANCHE DA LONTANO L’AMORE PER LE PROPRIE RADICI VA…VALICA LE ALPI E I MARI E VA OLTRE LE ALPI E I MARI…

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LA PAGINA DI GIO’ (SECONDA PARTE)

L’AMORE PER LE PROPRIE RADICI VA…OLTRE LE ALPI E I MARI…

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LA PAGINA DI GIO’ (PRIMA PARTE)

L’AMORE PER LE PROPRIE RADICI VA…OLTRE LE ALPI E I MARI…

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FESTEGGIAMO LO SCUDETTO…

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

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Non si può non essere amareggiati nell’assistere al persistere del livore nei confronti dei meridionali, totalmente immotivato, da parte anche di alcuni giornalisti che per cultura dovrebbero esserne immuni. Da tempo immemorabile si è formato un atteggiamento pregiudiziale, non di tutti per fortuna, che porta a mettere sotto una cattiva luce, i meridionali dipingendoli di volta in volta come ladri, parassiti, senza voglia di lavorare e che vivono nella illegalità. A questo obiettivo mira l’articolo di Libero e del programma Zona Bianca del quarto canale TV. Riprendendo una notizia data da Striscia riferiscono che i napoletani comprano la maglietta o lo stendardo del Napoli con la tessera del reddito di cittadinanza .

Il messaggio è ovvio,nel Sud rubano allo Stato. Premesso che con il reddito di cittadinanza l’Italia ha adottato,in ritardo rispetto a altri Paesi dell’Unione ,un provvedimento di civiltà. Questo al fine di aiutare cittadini e famiglie particolarmente povere a poter disporre di una somma modesta per poter migliorare la qualità della vita per lo meno ridotta all’essenziale .L’unico parametro di legalità al quale devono attenersi i beneficiati del reddito consiste nell’avere i requisiti richiesti. Se questi esistono il titolare diventa proprietario di quella somma di poche centinaia di euro e come tale dovrebbe averne la totale disponibilità. Se è vero che dovrebbero venir usati per alimentarsi,possono esistere altre esigenze personali che possono rendere la qualità della vita migliore. Perchè non poter andare una volta tanto anche a teatro se questo fosse il desiderio di un indigente totale? Perchè non poter comprare per qualche euro una maglietta del Napoli per festeggiarne la vittoria nel calcio? Per questo sono da considerare truffatori e delinquenti e denunciarli alla pubblica opinione? Non credo proprio.Allora perché lo fanno? Perchè alcuni giornalisti avvertono un insano desiderio di screditarli? A questo dovrebbe rispondere uno psicologo o uno psichiatra. In verità per i napoletani, ma direi per gran parte dei meridionali, questa vittoria calcistica sulle ricche squadre del Nord supera i confini sportivi per assurgere a rivalsa morale e sociale.Questo è dimostrato dall’aver inondato Napoli di magliette e bandiere che insieme al simbolo del Napoli calcio è raffigurato il simbolo delle Due Sicilie.Ci chiediamo se gli stessi illustri giornalisti che dimostrano grande attenzione verso la legalità, abbiamo avuto altrettanta attenzione verso altre e ben accresci illegalità costituzionali subite dai meridionali.Mi riferisco a quanto reso pubblico da Eurispes e dalla Svimez.Hanno pubblicamente riferito che dal 2000 al 2019 ai cittadini del Sud rispetto alla percentuale di popolazione nazionale sono stati dati in infrastrutture e servizi 840 miliardi di euro in meno. Ci chiediamo se gli stessi si siano indignati o abbiamo scritto qualcosa su una profonda ingiustizia costituzionale che ha permesso una spesa pubblica per la Sanità e per cittadino della Liguria di 2037 euro l’anno, per la Lombardia di 1861 euro, per un calabrese di 1741 euro e per un campano di 1729 euro. Ci chiediamo se gli stessi si siano indignati per la incostituzionale legge sulla spesa storica che dal 2009 ha permesso di erogare ai cittadini del Sud 62 miliardi di euro in meno ogni anno sempre rispetto alla percentuale di popolazione nazionale

Altro che pochi euro spesi dai napoletani ammesso che fosse non lecito ma non è così

Prof. Enzo Maiorana – Roma.

Movimento IO SUD –

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ECCO LA RICANDIDATURA DI COLONNA….

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In vista delle elezioni comunali, fissate dal Governo per domenica 14 e lunedì 15 maggio, con un documento unitario, sette sigle, di cui sei movimenti civici oltre al PD, firmano la ricandidatura di Giuseppe Colonna a Sindaco di Mola. Non si fa più ceno a “Cantiere civico”, trattandosi di una nuova coalizione che, infatti, rispetto alla precedente del 2018, si presenta priva di due liste (“Alleanza per Mola”, con Giovanni Gallo ed Elisa Sciannameo passati da tempo all’opposizione) e “Idea, popolo, libertà” (con Franchino Palazzo, Mariagrazia Delcane e Giacomo Clemente, tuttora consiglieri di maggioranza). Al contempo, riconfermando l’appoggio di “Scelgo Mola” (Mario Lepore, Maria Antonietta Colonna e Angelica Tribuzio) e “La Voce” (Leo Losito e Marco Ungaro), fanno ingresso a supporto di Colonna cinque forze politiche: una di impronta personale (lista “con Giuseppe Colonna Sindaco”), due di segno moderato e centrista (già di centrodestra) con il redivivo “Moderati per Mola” di Nicola Tanzi (già candidato sindaco per il centrodestra) e il “Senso civico per Mola” di Matteo Ranieri (ex consigliere comunale nella Giunta Maggi del MSI), una di centrosinistra (il PD) e l’altra di sinistra (“Ora! A sinistra”) che vede una confluenza eterogenea proveniente dalla ex lista “Futura” e da altri orfani di una sinistra molese sbiadita e priva di forza da tempo.

link: https://www.molalibera.it/2023/02/25/

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Dalla strada al potere: tre esempi di tracotanza

La tracotanza quotidiana. Se non sei disabile non puoi occupare il posto auto riservatdisabili. Carrefour in via Camillo Rosalba, cuore di Poggiofranco, quartiere di signori, ma teatro costante di scenari come il seguente: Suv bianco e abbagliante come uno specchio, pulito come una ceramica su un desco appena apparecchiato, lucido come un pavimento appena trattato con cera Grey; il mezzo infila il parcheggio riservato ai disabili, disattendendo il monito del cartello che ne segnala l’utilizzo. Scendono dal veicolo una donna molto giovane e la figliola di undici o dodici anni. La donna elegantemente sportiva e in forma smagliante, si dirige con movimenti agili verso l’entrata assieme alla figlioletta; un ultimo, languido sguardo verso la sua venerata auto prima di essere accolta dalle sliding doors del market. Esce poco meno di mezz’ora dopo, con il suo carrello della spesa, con la bimba ancorata al suo braccio e con un beato sorriso stampato sulla proprio viso curato e truccato. Chiedersi quale modello questi genitori offrono alla propria prole?
La tracotanza politica. Esempi di tracotanza politica sono veramente tanti; uno tra tutti emblematico:otto disabili nel luglio del 2021, per protesta, occupano la stanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Gli otto chiedono che venga riconosciuto loro il diritto alla carrozzina; occupano la stanza vuota per una notte. Epilogo: a distanza di poco più di un anno, gli otto “scellerati e terribili invasori” sono condannati a quattro mesi di reclusione o poco più di 9400 euro di multa. DURA LEX SEND LEX: Condannati perché rivendicavano un loro diritto da tempo negato!
La tracotanza del potere. Esempio di massima tracotanza del potere che causa il massimo danno al cittadino lavoratore: è l’incubo di una dipendente dell’istituto Osservatorio Radar istituito e gestito dall’ei fu Provincia di Bari, la cui finalità era formare il personale marittimo orientandolo alla tutela dell’ambiente.
Quando nel 2015, dopo la soppressione della Provincia, l’istituto venne messo in liquidazione, si sarebbe dovuto provvedere ad inglobare o, al peggio, a licenziare la dipendente che avrebbe almeno potuto cercare altro lavoro. Ma da quell’anno la dipendente in oggetto è stata relegata in un limbo. Sino ad oggi (anno del Signore 2023!) non ha ricevuto uno stipendio, non ha potuto cercare altro lavoro perché non licenziata e per quest’ultimo motivo non ha potuto fare ricorso all’indennità di disoccupazione.
A nulla sono valse le azioni giudiziarie vinte dalla (ex?) dipendente: il decreto ingiuntivo notificato alla Città Metropolitana che ordina il pagamento di 17.373 euro viene impugnato dal nostro Primo Cittadino Metropolitano: ma il diritto della signora ex dipendente viene nuovamente riconosciuto (e ribadito) dalla Legge (che ogni tanto è equa).
Ad oggi, nonostante tutto, né soldi di cui al decreto ingiuntivo, né arretati, né stipendio mensile.
Nessun riconoscimento, nessun indennizzo, nessun diritto, che pur la Carta Costituzionale riconosce!
DURA LEX SED LEX: non si applica a vantaggio del lavoratore se la controparte è un carrozzone pubblico.

RAFFAELLO DACCOLTI

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